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W LA REALTA’ !!!…a proposito di aborto, omofobia e ricerca della verità!

(Parte I)


Articolo di Don Roberto De Meo


Mi sono ritrovato a dibattere in questi ultimi tempi con persone giovani e adulte, tutte di una certa levatura culturale, dei temi venuti alla ribalta in campo politico riguardanti l’aborto e la cosiddetta omofobia.

Quello che improvvisamente mi ha stupito non sono i contenuti in sé del dibattere, ma che nei due casi citati a un certo punto mi sono scontrato con affermazioni del tipo: «Il fatto che si nasca maschi o femmine non “significa” nulla! La realtà è sempre soggettiva!». Io chiedevo: «Ovvero?». Risposta: «Cioè per esempio: questo che ho in mano per me è un cellulare ma per un altro può essere anche un’altra cosa!!!» (…l’esempio è letterale!).


Altre ancora: «Chi ha detto che l’aborto è un omicidio? Mica quelle “poche cellule” sono un uomo?!» . E io: «Scusa ma…cos’è quindi un uomo?» Risposta: «È uno “dotato di ragione"». Quindi un pazzo, o un malato allo stato vegetativo non è più “uomo”? Insomma quello che mi ha terrorizzato è la radice di tutto questo pensiero cosiddetto “progressista”: non è il pensiero che si sottomette alla realtà ma è la realtà che è letteralmente “fatta” dal nostro pensiero! Io posso pensare quello che voglio…e il reale deve adeguarsi a quello che penso perché questo è un mio diritto!! Ancora più terribile è guardare la realtà ma come se fosse “vuota”. Che le cose siano come sono per me non ha nessun “senso”. Che le foglie crescano sugli alberi o che i bambini nascano dalle femmine non ha nessun “senso”, non mi dice nulla…la realtà è muta, non parla, e quindi posso farle dire quello che voglio io(…oppure quello che vuole il potere!).


Ciò su cui dobbiamo tornare a lavorare e a confrontarci non sono questioni religiose o direttamente morali…non è questo il nocciolo! Occorre invece rimettere al centro della nostra ricerca le parole più importanti della vita che sono: realtà, ragione ed esperienza! In questo senso papa Benedetto anni fa diceva: la vera crisi dell’Europa contemporanea è una crisi di ragione e non di fede! C’è bisogno di un nuovo “illuminismo”, ma non come quello settecentesco sorgente del buio di questi nostri giorni!


La battaglia non è su questioni religiose o morali, la battaglia odierna è una battaglia in difesa della ragione e della realtà.


«La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.»

(G.K. Chesterton, Eretici, Lindau, Torino, 2010, pp. 242-243)


Per tutta l’epoca antica da Platone in poi fino al culmine del pensiero medievale cristiano con S.Tommaso d’Aquino l’esperienza è il “metodo” attraverso il quale la realtà ci introduce nella sua verità, che è capace di mostrare ciò che è il reale! Si arriva alla “verità” e quindi al senso delle cose non seguendo “il mio pensiero” ma seguendo “il reale” a partire dalla sua immediata apparenza e quindi evidenza. La realtà così come si presenta ai nostri sensi è la porta d’ingresso al mondo del vero. Viene in mente in questo momento il famoso armadio delle Cronache di Narnia! Attraverso quel piccolo aspetto del reale la piccola Lucy entra in un mondo più vasto e più vero fondamento del mondo sensibile!


Tutti i pensatori greco-cristiani sono concordi nel sottolineare che l’esperienza porta l’uomo alla “verità” della realtà. Essa non è un inganno, non è un sentimento, non è un’opinione, ma è realmente la porta alla verità del reale.( confronta Platone, Aristotele e lo stesso Agostino.)

Per Tommaso d’Aquino l’esperienza sensibile ( quello che si vede e si tocca!) annuncia qualcosa della realtà ( Summa Theologiae, I, 17,2,ad 1.), che poi l’intelletto apprende e afferma nel giudizio. Anzi nessuna verità può essere appresa dall’intelletto se non a partire dall’esperienza sensitiva. L’intelletto umano apprende le cose, impara la verità e il senso delle cose non “ragionando”, cioè partendo da se stesso, ma facendosi condurre per mano dalla realtà sensibile (cioè l’intelletto si sottomette a quello che vede e che tocca senza mai metterlo in discussione! Si fida del reale!), il che esige una specie di continua conversione ad una presenza. L’intelletto non va avanti da solo con le sue forze e le sue intuizioni ma è continuamente spinto a convertirsi, a guardare la realtà anche se immediatamente sembra non capirla. Già solo questo ci fa capire quanto errata sia la posizione di quelli che di fronte a qualsiasi argomentazione non sanno che ribattere: ma “io la penso così”! Trasformando questo pensiero come la benda che impedisce al pensiero stesso di vedere…


Una mia grande amica di nome Hannah Arendt scriveva nel 1965 nel suo carteggio con Karl Jaspers:


«Essere fedeli alla realtà delle cose, nel bene e nel male, implica un integrale amore per la verità e una totale gratitudine per il fatto stesso di essere nati.»


Per la Arendt il dramma moderno, origine di tutti i totalitarismi nazisti e comunisti, sta proprio in questa sottomissione della realtà al pensiero e non più nel contrario!


Ecco perché per Tommaso e tutto il pensiero cristiano la conoscenza della verità consiste nel conformarsi dell’intelletto a quella realtà, in qualche modo, annunciata dall’esperienza sensibile.

Questo amore alla realtà nella sua evidenza sensibile non è una semplice e arida questione filosofica ma ciò che ci difende dal tentativo di ogni potere di “rifare” l’uomo e le cose a partire dalla sua “idea”. L’amore alla realtà nella sua imponente evidenza è la prima lotta contro qualunque dittatura…anche quella attuale che ha i colori del progressismo e della libertà ma sotto nasconde buio e disperazione.


Per questo penso che è utilissimo un confronto con tutti quelli che non hanno a cuore “un’idea” ma hanno a cuore il “reale”. Con questi sinceramente mi interesserebbe “camminare” per arrivare insieme al vero per cui la nostra ragione è fatta!


Continua.

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