di Redazione
Riportiamo una testimonianza di una nostra cara amica nella fede, che racconta la sua esperienza a scuola e come sia possibile incontrarLo in ogni situazione, anche nella routine quotidiana. Per riconoscerLo occorre il nostro sguardo sempre attento e un sincero sì alla circostanza.
''In questo periodo ho lavorato tanto sulle fotocopie che stiamo leggendo nei nostri incontri. "La circostanza dell'istante" per trovare una corrispondenza "biunivoca" con il mio bisogno che si manifesta in ogni momento, in ogni circostanza banale o meno banale del mio quotidiano. Ho trovato grandioso il fatto che qualunque sia il momento, la circostanza in cui mi trovo, dal lavoro alla scuola o a casa, con i miei ragazzi, con i miei figli o con i miei amici, il Mistero si manifesta sempre, esattamente nell’ istante in cui mi trovo, come rapporto con Lui basta solo avere occhi spalancati e pieni di stupore per capire che non sono io ma un Altro che agisce sempre. Ho analizzato i mesi di lavoro a Ischitella; cosa mi è capitato e come Lui si è manifestato durante questa emergenza sanitaria.
Racconto brevemente la mia esperienza.
L’inizio dell'anno scolastico è partito tra mille incognite: mi convocheranno per qualche supplenza? E se si, dove? A quanti km da casa? E i miei figli inizieranno in presenza, in DAD o DID? E per quanto? Dall'oggi al domani io, docente precaria, vengo convocata in extremis per una supplenza all'ultimo momento (fine ottobre) e mi trovo catapultata in una scuola sperduta del Gargano, non come docente curriculare ma come docente di sostegno (una nuova sfida per me!) tra tremila regole anticovid da seguire. Della didattica ben poco interessa: ci hanno proibito le fotocopie, il ritiro dei cellulari e qualunque cosa che implichi toccare gli oggetti. La nostra aula docenti è solo una grande stanza con armadietti ma senza sedie e senza tavolo; nell'aula, la cattedra è allestita con disinfettante per le mani, un rotolone scottex, tutti con le mascherine. Ma parlando con colleghi e con mio marito è emerso il desiderio di non immergersi in un turbine andando in apnea con l'unico perenne problema di incastrare tutto perfettamente.
Mi chiedo: come può farsi vedere Lui in questo delirio? Tutto, ma proprio tutto, sembra impedirlo.
Ma Lui può e lo fa. Come? In primis nel mio lavoro che non si ferma alle mascherine perché in classe ho gli occhi dei miei alunni piantati addosso che, senza chiedere, chiedono tutto.
Quando entro in classe il resto non mi dà poi così fastidio, sono lì con tutti loro e con il mio alunno, "il gigante buono": con lui devo fare la prof, la mamma, la tutor, l'infermiere. Le regole dettate da questa pandemia servono a tutelare loro e la nostra possibilità di stare lì con loro.
Da quando ho iniziato questa esperienza cristiana un caro amico mi ha continuato a ripetere in modo incessante che la realtà è buona, è per me! In questo inizio ma anche durante, mi sono ripetuta questa frase, perché è quello che in fondo desidero; è quello che vorrei che i miei ragazzi potessero scoprire, ma se non ci credo io per prima non è possibile che avvenga in loro!
Siamo ad anno scolastico già inoltrato con un 1° quadrimestre oramai in chiusura, ma quello che sto vedendo è che ogni volta che metto piede in classe desidero esserci, guardare i ragazzi e poter incontrare l'Unico che desidero incontrare veramente ogni giorno. La cosa più bella di tutte è che Lui è già lì, indipendentemente dal mio umore, tra gel e mascherine, è lì che mi guarda nei loro occhi e mi dice: “ci sei? Io sono qui per te"!''
- Testimonianza Firmata
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