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''UN'AVVENTURA PER UOMINI VIVI'': INTERVISTA A MARCO SERMARINI | AFICIONADOS

a cura di Leonardo Frascaria


I cattolici hanno sempre dato una certa importanza all’educazione, non solo intesa come bagaglio di conoscenze e padronanza di saperi, ma prima di tutto percepita come strumento per approcciarsi e affrontare cristianamente la realtà.


Nel corso degli anni, figure come San Filippo Neri, Don Bosco e molti altri hanno giocato un ruolo in prima fila nella crescita culturale dei ragazzi, trasmettendo loro un nuovo modo di vivere. Dal popolo cristiano così sono sorte scuole, università, luoghi di formazione mediante i quali incontrare Dio e la fede, raggiungendo attraverso lo studio la consapevolezza che è Cristo il fine ultimo di tutta la cultura umana.


Tuttavia negli ultimi anni il tema della libertà educativa si è acceso maggiormente, in quanto in Italia le scuole libere sembrano non avere la giusta risonanza a livello statale. Abbiamo posto alcune domande all'amico Marco Sermarini, che insieme ad altre famiglie, ha fondato una delle più grandi scuole parentali italiane: la scuola libera G.K. Chesterton, a San Benedetto del Tronto.


1) Potrebbe brevemente raccontarci come nasce l'esperienza della scuola Chesterton?

La scuola libera G.K. Chesterton nasce nel 2008 da un gruppo di genitori che aveva a cuore l'educazione dei propri figli e che voleva dare continuità ad una formazione cattolica ricevuta fino a quel momento in una scuola materna ed elementare gestita dalle Suore. Un'educazione che non rinunciasse alla formazione integrale della persona, ossia umana, spirituale e culturale. Questi papà e queste mamme hanno poi esteso a quanti lo desiderassero l'opportunità di frequentare questa scuola in risposta ad una crescente "emergenza educativa", per riprendere le parole di Papa Benedetto XVI. Lo scrittore Gilbert Keith Chesterton, dal quale la scuola prende il nome, già nei primi anni del Novecento scriveva in merito a questo grande pericolo che oggi è ancora più presente, ovvero la standardizzazione per bassi standard: bassi standard formativi, ma soprattutto bassi standard educativi, sono il problema della gioventù. La nostra scuola, quindi, nasce proprio per dare a tutti i giovani e alle famiglie che si imbarcano con noi in questa avventura, l'opportunità di prendere sul serio la propria vita e di vivere seguendo veri ideali, non accontentandosi di sopravvivere. Quando la scuola nacque, gli alunni erano 3. Oggi ne sono più di 90, divisi tra una scuola media, un liceo economico-sociale, un istituto alberghiero, un istituto ad indirizzo elettronico e uno ad indirizzo di estetica.


2) Il Servo di Dio Mons. Luigi Giussani affermava "Fateci andare in giro nudi, ma lasciateci liberi di educare", come mai è così importante l'educazione per un cristiano?

La missione della scuola Chesterton può essere riassunta da questa frase di Benedetto XVI: “Già in un piccolo bambino c’è inoltre un grande desiderio di sapere e di capire, che si manifesta nelle sue continue domande e richieste di spiegazioni. Sarebbe dunque una ben povera educazione quella che si limitasse a dare delle nozioni e delle informazioni, ma lasciasse da parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita.” L' educazione non può prescindere da queste urgenti domande di cui parla Benedetto XVI, senza le quali il cuore dell'uomo non trova pace né realizzazione. Una vera educazione entra nel merito delle questioni più fondamentali dell'uomo: del suo rapporto con gli altri, del suo rapporto con il creato e con il Creatore. Senza un'educazione che tenga presente la persona a 360 gradi, l'insegnamento si limiterebbe ad una sterile impartizione di contenuti, come "riempire un secchio" parafrasando le parole di William B. Yeats. Per questo l'educazione è necessaria tanto quanto l'aria che respiriamo.


3) Come mai la scuola nasce con il nome dei Gilbert Keith Chesterton?

Gilbert Keith Chesterton è uno scrittore e giornalista inglese vissuto a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. La sua carriera è stata molto prolifica: ha scritto numerosissimi romanzi, articoli di giornale e saggi. Era un uomo dalla personalità frizzante, giocosa, sempre allegro. C'è una sua frase che più di tutte rispecchia lo spirito della nostra scuola che abbiamo infatti scelto come motto: "Una cosa morta può andare con la corrente, ma solo una cosa viva può andarvi contro". La nostra piccola realtà è controcorrente, per questo è un'avventura per uomini vivi.


4) Come nasce il Gala della Scuola Chesterton? Come si è svolta l'edizione 2021 viste le restrizioni dovute all'emergenza sanitaria?

Il Chesterton Gala è una serata dedicata alla scuola. L'idea ci è stata suggerita dai nostri amici della Chesterton Academy, una scuola del Minnesota molto simile alla nostra per la missione educativa, che organizza questo evento ogni anno in maniera grandiosa, con centinaia di invitati. Prendendo spunto dalla loro esperienza, abbiamo realizzato anche noi un Gala di beneficenza per far conoscere a quanta più gente possibile la nostra piccola realtà e per raccogliere fondi. La scuola, infatti, non riceve finanziamenti statali per cui il Gala, insieme ad altre iniziative (ad esempio la lotteria annuale), sono fondamentali per continuare ad esistere.

Quest'anno il Gala si è reinventato. L'evento, ogni anno, raduna più di ottocento persone provenienti da tutta Italia e dall'estero. Con le restrizioni vigenti non è stato possibile vedersi per cenare insieme come di consueto ma i professori, gli alunni e le loro famiglie non si sono dati per vinti e hanno realizzato un'edizione in streaming dell'evento, che ha avuto luogo sabato 27 febbraio 2021. Durante la settimana precedente, la scuola è stata in festa! Insegnanti e ragazzi hanno creato un bellissimo clima di allegria preparando balli e canti che poi sono andati in onda nella serata del 27. È stato uno spettacolo vedere i ragazzi così contenti, segno che non sono la tristezza e la tensione di questi tempi ad avere l'ultima parola su di noi e che tutto è possibile con degli amici accanto, anche osare di organizzare un Gala.


5) La crisi economica da Coronavirus ha messo a dura prova tutto il sistema scolastico, ma in modo particolare le scuole paritarie e private: c'è stato un adeguato sostegno da parte dello Stato? Crede che lo Stato stia investendo a sufficienza sulla libertà educativa?

La nostra scuola, essendo parentale, non riceve finanziamenti di alcun tipo dallo Stato. Abbiamo scelto di essere una scuola libera, e non paritaria, per poter esercitare pienamente quel diritto che la nostra Costituzione tutela di poter educare i propri figli secondo gli ideali in cui crediamo e per cui quotidianamente "combattiamo". Questa scelta controcorrente comporta il dover rimboccare le maniche per cercare mille modi per poter sostenere la nostra realtà. Le spese che la scuola sostiene ogni anno, infatti, sono coperte dalle rette pagate dai genitori solo per una piccolissima parte. Ma la mera esigenza economica ci ha aperto molte bellissime possibilità: i professori e le famiglie dei ragazzi si mettono in moto ogni anno per fare conoscere la scuola a tutti i loro conoscenti, intessendo sempre nuovi rapporti e aprendo sempre nuove porte. Questi nuovi incontri generano nuove opportunità che spesso vanno oltre la semplice richiesta di sostegno e si costruiscono belle e durature amicizie. La necessità di aiuti economici, quindi, non rappresenta per noi un ostacolo ma un'opportunità in più per portare avanti la nostra missione educativa. Lo Stato, da parte sua, dovrebbe essere sussidiario della società e farsi carico delle sue carenze, ma purtroppo non è così. Esso ha invece assorbito l'idea di scuola, creando un monopolio, impedendo così alle famiglie di adempiere al loro compito educativo, sostituendosi ad esse.


6) Quali sono le proposte che farebbe al neo-ministro dell'istruzione Bianchi?

La nostra è una scuola parentale perché ritiene che la famiglia sia il principale soggetto educativo ed il fulcro della società.

Per questo è un soggetto che chiede e necessita della collaborazione delle famiglie. Crediamo, pertanto, che tutto il sistema scolastico italiano dovrebbe essere formato di simili scuole, sostenute economicamente dallo Stato perché parte anch'esse della società.


7) Un'ultima domanda: perché un genitore dovrebbe scegliere una scuola privata anziché una scuola statale?

La cosa più preziosa da trasmettere ed insegnare ai propri figli è la Fede. Attraverso l'insegnamento delle materie scolastiche, si può fare esperienza di una Verità insita nelle cose che è il filo rosso che lega tutto a Colui che ci ha creati. La scuola statale pone, al contrario, alla base dell'istruzione un cinico relativismo culturale che appiattisce tutto e non rende ragione del senso ultimo delle cose. La nostra é una scuola libera in primis per poter godere della libertà di trasmettere i valori cristiani ai ragazzi, valori imprescindibili per la formazione di uomini veri.

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