top of page

Radice di un’identità

Articolo di Maria Chiara Grana


”Chi è ateo, cancella l’idea di Dio ma conserva l’idea dei prossimo. Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per la propria fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c’è immagine. E’ vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti.”

-Natalia Ginzburg



«Ritengo che le scuole non debbano rappresentare una sola cultura ma permettere a tutte di esprimersi. Penso ad una scuola laica e che dia spazio a tutti i modi di pensare. Meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione.» Sono queste le parole con cui si è espresso il nuovo ministro Lorenzo Fioramonti sollevando lo storico polverone sulla presenza del crocefisso nelle aule scolastiche. Sicuramente una richiesta poco originale quanto assurda dal momento che è incomprensibile il modo in cui il crocifisso non possa dare la possibilità, a coloro che non abbracciano la fede cristiana, di esprimersi liberamente e possa quindi costituire pericolo di intolleranza religiosa. Dispiace poi, vedere il ministro dell’istruzione dimenticarsi così facilmente che la storia italiana, come quella europea e mondiale, sia intrisa fino al midollo dalla cultura cristiana. Perché non togliere, allora, dai programmi scolastici tutto ciò che rimandi alla fede cristiana come storia dell’arte medievale, forgiata sulle icone sacre, fino anche alla letteratura; lo stesso Dante Alighieri dovrebbe essere forse sostituito con qualcosa che non urti la sensibilità di chi non è cristiano?

Una scrittrice ebrea degli anni Ottanta in merito alla questione si pronunciava così: “il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino allora assente. La rivoluzione cristiana ha cambiato il mondo. Vogliamo forse dire che non ha cambiato il mondo? Dicono che da un crocifisso appeso al muro possono sentirsi offesi gli scolari ebrei. Perché mai? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato, e non è forse morto nel martirio, come è accaduto a milioni di ebrei nei lager? Il crocifisso è il segno del dolore umano.”

Ancora più tragico è però il risvolto che questa notizia ha avuto all’interno della Chiesa stessa che ha opposto resistenza a questa richiesta solamente perché avrebbe dato manforte alla Lega. Non ci servono battaglie contro il governo di tizio o caio, ci servono battaglie per affermare ahimè qualcosa per cui non ci sarebbe nemmeno da lottare: che la nostra identità cristiana sia salvaguardata e rispettata in primis dallo Stato in cui viviamo e per far sì che l’asticella della tolleranza non venga abbassata sempre più fino ad annullare il proprio senso di appartenenza e le proprie tradizioni in favore di una ideologia che annichilisce per farci schiavi e senza possibilità di ragionare.

Kommentare


Tf

©2023 

di Associazione Studentesca Aficionados.

bottom of page