Articolo di Maria Chiara Grana
“Quando io e mio marito diciamo agli amici che sono incinta, dopo le congratulazioni la loro prima domanda dopo è quasi sempre “Sapete se sarà maschio o femmina?” A noi piace rispondere che non sapremo il sesso fino a quando nostro figlio non avrà compiuto 18 anni e che poi ce lo farà sapere. Le persone sorridono, ma questo nasconde una verità importante: non abbiamo idea di chi – o che cosa – stia crescendo nella mia pancia"
Sono le parole di una intervista che la modella Emily Ratajkowski ha rilasciato per un noto magazine americano. Il messaggio è chiaro e provocatorio: crescere il bambino in maniera totalmente distaccata dal reale. In fondo, perché insegnare il bambino a parlare solo perché ha un apparato fonatorio? Quando avrà compiuto la maggiore età potrà certamente decidere in autonomia se metterlo in funzione o meno. Il paragone è certamente azzardato, ma il livello di alienazione dalla realtà è il medesimo.
“Non abbiamo idea di chi – o che cosa – stia crescendo nella mia pancia". È in queste affermazioni che si può comprendere come l’ideologia gender stia letteralmente distruggendo la ragione umana: plasmando la realtà a proprio piacimento, riducendo un dato di fatto a una propria voglia o a un proprio sentimento. Ma il dramma autentico di tutto questo riguarderà il bambino, il quale subendo concretamente le conseguenze di un’ideologia del tutto avulsa dalla realtà, si ritroverà catapultato in un orizzonte in cui è evidentemente sbagliato persino essere definiti in base al proprio sesso. Qui non si tratta più nemmeno di “non sentirsi a proprio agio nel corpo di donna o uomo” ma di essere educati alla scelta di poter essere come, chi e quando si vuole prescindendo da ogni dato di fatto. “Maschio e femmina li creò” sembrerà scontato, ma purtroppo c’è ancora da ribadirlo perché come aveva già profetizzato nel 1905 G.K. Chesterton: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.
Persino Chiara Sfregola militante femminista e sostenitrice dell’ideologia gender mi trova d’accordo con una sua affermazione: “Mettere in discussione il genere, che sia su basi scientifiche o filosofiche, estetiche o psicologiche, spaventa moltissimo, perché ci disorienta: è uno degli elementi basilari della nostra identità e della nostra società”. Coglie nel segno infatti quando dice che il sesso è uno degli elementi basilari della nostra identità. Non c’è nulla che tu possa fare a riguardo: se nasci uomo sei e sarai un uomo per tutta la vita, se nasci donna sei e sarai una donna per tutta la vita. Dallo sforzo umano per quanto potente di cambiare la realtà a proprio piacimento, non possono che derivare terribili e disastrose conseguenze.
“La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà” ma con coraggio ci alzeremo in piedi e grideremo per difendere la realtà già perfetta, non perché fatta da noi ma creata da un Altro.'
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