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Lettera di un capo ministranti per i suoi piccoli amici

Articolo di Carmela Di Lella

Ripostiamo una lettera scritta da un capo ministranti, ai suoi chierichetti, nel giorno in cui si festeggia San Domenico Savio.

Nella sua semplicità, emerge chiaramente l'amore e la passione a Gesù Cristo, da cui proviene una sana paternità nei confronti dei più piccoli.

Lo ringraziamo per la grande testimonianza di fede, che stupisce e ridesta. Ma soprattutto siamo grati a Dio per avercelo donato come amico.


''Cari ministranti, quest’anno non abbiamo passato molto tempo insieme e neanche possiamo festeggiare insieme la festa del nostro patrono San Domenico Savio. Però volevo dirvi alcune cose: i ministranti sono una candida schiera che serve Dio all’altare per i fratelli. Il nostro impegno all’altare non è solo un dovere, ma anche un grande onore. Noi occupiamo un posto importante e privilegiato nelle celebrazioni liturgiche. Chi serve la Messa, verifica da vicino che nella liturgia Gesù Cristo è presente. Gesù è presente quando la comunità si riunisce per pregare, e infatti la Preghiera è anche essere testimoni di CRISTO. L’abito stesso sia per noi un ricordo che ci faccia vivere in grazia di Dio; la bellezza dei camici e delle tuniche ci faccia ricordare la purezza di cuore, con cui dobbiamo prestare servizio al Signore. Ma Gesù è presente anche nella Parola delle Sacre Scritture, Gesù è presente soprattutto nell’Eucaristia. Noi nella Liturgia siamo molto più che semplici aiutanti, siamo servitori di Gesù Cristo, Gesù ci dice: «Non vi chiamo servi, ma amici: rimanete nel mio amore, e porterete molto frutto». Quando partecipate alla Liturgia svolgendo il vostro servizio all’altare, voi offrite a tutti una testimonianza. Noi ministranti non siamo solo ministranti in chiesa, il nostro servizio non può limitarsi all’interno di una chiesa, ma si deve essere ministranti soprattutto nella vita di ogni giorno: nella scuola e in famiglia, dobbiamo servire e fare ogni cosa per Gesù per testimoniare che Lui è vivo. San Domenico Savio diceva: “Non sono in grado di far grandi cose, ma voglio che tutto ciò che faccio anche la cosa più piccola più banale sia per la maggior gloria di Dio”. Ecco allora da oggi facciamo anche noi ogni cosa per la maggior gloria di Dio, solo così diventeremo santi. Diceva San Giovanni Paolo II che chi vuole servire Gesù Cristo all’interno di una chiesa deve essere suo testimone dappertutto. Voi sapete bene che, servendo all’altare, partecipate al Divino Sacrificio più da vicino più degli altri fedeli ecco perché Il vostro atteggiamento raccolto, la vostra devozione che parte dal cuore e si esprime nei gesti. Se lo fate nella maniera giusta e non distrattamente, allora la vostra è una testimonianza che tocca gli uomini. Il vincolo di amicizia con Gesù ha la sua fonte e il suo culmine nell’Eucaristia. Voi siete molto vicini a Gesù Eucaristia, e questo è il più grande segno della sua amicizia per ciascuno di noi. Non diventi una sorta di abitudine, sapendo come funziona e facendolo automaticamente, ma scoprite ogni giorno di nuovo che avviene qualcosa di grande, che Dio vivente è in mezzo a noi, e che potete essergli vicini e aiutare affinché il suo mistero venga celebrato e raggiunga le persone. La testimonianza di San Tarcisio e del nostro patrono SAN DOMENICO SAVIO ci insegnano il profondo amore e la grande venerazione che dobbiamo avere verso l’Eucaristia, che è Gesù stesso che si fa cibo, sostegno e forza per il nostro cammino ed è il dono più grande che Gesù ci ha lasciato, ma anche verso sua madre MARIA (molto venerata da San Domenico Savio) che è per noi un bene prezioso, un tesoro il cui valore non si può misurare. Custodite gelosamente questa amicizia nel vostro cuore come san Tarcisio, pronti ad impegnarvi, a lottare e a dare la vita per Gesù. Ecco i miei auguri sono che non vi stanchiate mai di servire Cristo e che cresca questo amore infinito verso Gesù Eucaristico e verso la Vergine Maria. Pregherò per la vostra fede, affinchè diventi sempre più certa di Gesù, anche in questo periodo in cui non possiamo andare in Chiesa. Un abbraccio fortissimo dal vostro capo ministranti.''


- Pasquale Coco

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