top of page
Immagine del redattoreAficionados

LE TRAGEDIE SOFFOCATE | AFICIONADOS

A cura di Redazione

È di sabato 11 dicembre la notizia della esplosione del tubo del metanodotto a Ravanusa, in Sicilia. È da ieri che ascoltiamo aggiornamenti su questa tragedia, una delle tante accadute in questi mesi, che ha causato la morte di 7 cittadini, e molti altri dispersi.


La primissima reazione, quasi naturale di fronte all'accaduto, è quella di dire: «che disgrazia, poverini, non ci voleva!». Il massimo che può fare un uomo con una basilare coscienza cristiana, è offrirsi di pregare per quelle povere anime - sia quelle che hanno conosciuto la morte, sia quelle che da un giorno a un altro hanno subito danni fisici, materiali e anche morali irreparabili, perdendo ciò che avevano di più caro, dalla casa alla famiglia.


Eppure questi fatti, e in particolare quello della donna partoriente recuperata esanime sotto le macerie, ci hanno davvero provocato e non riusciamo più a stare davanti alla televisione senza essere toccati nel profondo del nostro cuore. E con cuore non intendiamo certo un vento di sentimentalismo puro o moralismo sdolcinato, o mera compassione destinata alla fine più brutta, la dimenticanza. Così scavando un po' nell'animo di quelle persone direttamente coinvolte, ma anche infilandoci nelle case di chi si ferma a guardare le notizie di cronaca, non possiamo non notare questo grido del cuore che spesso rimane soffocato, non emerge, o meglio, se emerge, si tenta di tapparlo, magari cambiando canale: molto meglio guardare Bake Off.


Si perché se il nostro lavoro o gli studi mi danno soddisfazione, abbiamo una famiglia e degli amici adorabili e la mia vita non ha gravi mancanze, perché farsi troppe domande? Perché farsi guastare quella fittizia tranquillità che siamo riusciti a costruirci dai duri accadimenti del mondo? In fondo quella disgrazia non è toccata a me, ancora una volta l'ho scampata, sono fortunato, posso continuare a godere della mia età.


Ma c'è sempre questo tarlo che non ci abbandona mai: cos'è la vita? vale la pena vivere e costruire, fare progetti in questo mondo se in un attimo tutti i desideri e i sogni esplodono e finiscono con te per circostanze indipendenti dalle nostre aspettative? Morire in un'esplosione, all'improvviso, mentre vivi felice perché la settimana prossima finalmente diventi mamma per la prima volta, come è la storia di Selene Pagliarello, e invece una fuga di gas ti porta via tutto. C'è qualcuno, qualcosa che può salvare tutto questo?


Vale sempre la pena fare progetti di vita e di lavoro, di sposarsi e mettere al mondo i figli, ma ha senso se non si vive in funzione di essi, perché potrebbero non realizzarsi mai, oppure realizzarsi e scoprire che non sono la risposta alla tua felicità. La felicità non è quindi legata al realizzarsi dei progetti o avere una vita "riuscita" così come lo intendono tutti. La positività per cui vale la pena progettare è dettata da quello scopo ultimo che ci permette di stare davanti alla realtà da uomini veri e liberi: è la persona di Gesù Cristo che, facendosi compagno alla nostra esistenza e mettendosi alla radice di tutto, salva e vince ogni aspetto della vita, persino la morte.


La realtà spesso ci scivola addosso e la ragione, nonché la capacità di affermare il Reale nella totalità dei suoi fattori, seppur destata per un momento, si accontenta ed elude quelle che sono le domande più vere del cuore. Tutti presi dalle luci di Natale, che vogliono dissimulare il terrore di una pandemia che si è ormai impossessata delle vite, ci distraiamo di fronte al grido del nostro cuore e in fretta sotterriamo con esso morti e tragedie che sono lo schiaffo del Reale per scuoterci dal torpore in cui ci rifugiamo. Non ci siamo accorti di questa tragedia come non ci accorgiamo di mille altre cose. È essenziale tenere desto lo sguardo sul reale perché in esso è contenuta la risposta al grido di felicità del cuore. A noi sta riconoscerla e andare a fondo di queste domande senza lasciarle cadere nell'oblio.

228 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page