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La menzogna ecologica

Articolo di Arcangela D'Andrea


In questi ultimi due giorni abbiamo assistito a circostanze che, ancora una volta, hanno posto di fronte ad un bivio la cultura di questo Occidente ormai in fiamme: realtà o ideologia?


Le lacrime di Greta Thunberg al vertice dell’ONU sul clima in cui preannuncia una imminente estinzione del genere umano, l’emanazione di una circolare ministeriale italiana che chiama a scioperare per l’ambiente i suoi giovani il 27 settembre e la pronuncia della Corte costituzionale sul caso Dj Fabo ed eutanasia sono un chiaro segno della perdita di ragione e identità per la nostra Europa. Proteggere il pianeta dall’inquinamento, dalla plastica, da un mostro chiamato uomo e definire “diritto” la legge sul fine vita rappresenta la grandissima contraddizione delle correnti ecologiche moderne. La vita dell’uomo è forse più inutile di quella del pianeta? Come può l’uomo amare la Terra se perde i criteri per amare se stesso? È questo ciò che molti papi come Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e lo stesso papa Francesco affermano quando ci parlano di ecologia umana integrale.

<<Per salvaguardare la natura non è sufficiente intervenire con incentivi o disincentivi economici e nemmeno basta un’istruzione adeguata. Sono, questi, strumenti importanti, ma il problema decisivo è la complessiva tenuta morale della società. Se non si rispetta il diritto alla vita e alla morte naturale, se si rende artificiale il concepimento, la gestazione e la nascita dell’uomo, se si sacrificano embrioni umani alla ricerca, la coscienza comune finisce per perdere il concetto di ecologia umana e, con esso, quello di ecologia ambientale. È una contraddizione chiedere alle nuove generazioni il rispetto dell’ambiente naturale, quando l’educazione e le leggi non le aiutano a rispettare se stesse. Il libro della natura è uno e indivisibile, sul versante dell’ambiente come sul versante della vita, della sessualità, del matrimonio, della famiglia, delle relazioni sociali, in una parola dello sviluppo umano integrale. I doveri che abbiamo verso l’ambiente si collegano con i doveri che abbiamo verso la persona considerata in se stessa e in relazione con gli altri. Non si possono esigere gli uni e conculcare gli altri. Questa è una grave antinomia della mentalità e della prassi odierna, che avvilisce la persona, sconvolge l’ambiente e danneggia la società>>. (Lett. Enc. Caritas in Veritate, n. 51)

È da qui che bisogna ripartire, educare i giovani a rispettare prima la vita, riportare al centro Dio. Riconoscere che la vita proprio come l’ambiente non è nostra, è un dono. Questa Europa sempre più spaventosamente liberalista sta dimenticando le sue fondamenta, sta pian piano causando la sua stessa distruzione, peggiorare a quanto pare è più attraente del progresso.

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