Articolo di Arcangela D'Andrea
‘’È un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194 che è e resta una legge di civiltà del nostro Paese’’.
È con queste parole che il ministro della salute Roberto Speranza inaugura l’ennesimo provvedimento sciagurato a danno di tante donne e bambini.
Si, è un danno. Lunghe sono state le battaglie delle femministe che hanno sostenuto la legalizzazione dell’aborto, perché evidentemente preoccupate per la salute della donna che sarebbe stata per troppo tempo messa a repentaglio con un aborto illegale in casa. Con questa modifica del testo della 194 si è ritornati indietro ma le femministe non sembrano poi così interessate alla salute delle loro compagne. Ma facciamo un passo indietro al 10 giugno scorso, quando la giunta leghista dell’Umbria abolisce con una delibera regionale, la possibilità di somministrare la Ru486 senza ricovero o a domicilio. Il caso diventa nazionale gettando luce sulle differenze tra Regioni riguardo la pratica dell’aborto farmacologico e riportando al centro la polemica, condotta da i Saviano di turno, sull’eccessivo ricorso da parte di medici italiani all’obiezione di coscienza. Non poteva certo mancare l’immediata reazione delle femministe che avevano già richiesto l’utilizzo di questa pillola senza ricovero obbligatorio in tempo di lockdown, sempre per salvaguardare la vita della donna da un possibile contagio da covid. Ed ecco che il ministro Speranza ha ben pensato di rivedere la 194 per facilitare l’interruzione volontaria di gravidanza approvandola a tutti gli effetti nella data odierna.
Stupisce di certo ascoltare da un ministro della sanità (il quale dovrebbe avere a cuore la salute delle donne in questo caso) che sia addirittura un importante passo avanti per la nostra civiltà. Ma quale civiltà? Spiace contraddire i paroloni del ministro e degli scienziati da lui consultati ma di scientifico questo provvedimento non ha nulla. La scienza, quella vera e non ideologica, riconosce effetti duraturi e decisamente traumatici per la salute fisica e psicologica della donna.
‘’L’IVG è un evento che determina un trauma psichico. Le parole “trauma” e “psiche” derivano dal greco: trauma significa ferita, lacerazione, danno; psichè significa anima. Dunque l’aborto, rappresentando un trauma psicologico, è una ferita dell’anima. Le ferite dell’anima sono esperienze caratterizzate dall’avere un impatto emotivo così intenso e devastante che impediscono alle persone di continuare ad essere come prima e l’IVG è un evento tragico, una risposta violenta e mortifera a difficili problemi sociali, individuali, relazionali e sessuali. Esso viene esperito dalle donne come l’uccisione violenta del proprio bambino e questa percezione si associa alla paura, all’ansia e alla colpa associati alla procedura. Questo evento traumatico cambia per sempre la persona negli aspetti più intimi e profondi dell’identità e può avere degli effetti eccezionalmente destabilizzanti.’’ Questo è ciò che si legge da un articolo scritto da Cristina Cacace, psicologa e psicoterapeuta la quale continua asserendo - ‘’Molto spesso accade che la personalità si scinde in una parte che continua a vivere come se niente fosse successo ed un’altra parte emotiva che rimane ferma al momento del trauma. Quest’ultima conserva tutti i ricordi legati all’evento e i vissuti emotivi correlati e vive come se quel momento fosse continuamente presente. Questo meccanismo di difesa potentissimo si chiama dissociazione ed ha sempre una funzione protettiva, nonostante sia estremamente patologico. Il suo scopo è quello di ripristinare nell’immediato un equilibrio accettabile e garantirsi la sopravvivenza emotiva.’’
Questa è una piccola parte di tutto quello che una donna che abortisce deve affrontare dopo questa pratica, ma si sa che dopo l’aborto non c’è ministro o femminista che si interessi realmente a queste creature ferite. Il potere crede di sapere ciò che è bene per una donna (così come scrive oggi Michela Marzano su La Repubblica) ma la verità è che l’ideologia è così accecante da far dimenticare quale sia il vero bene per l’altro ma su questo il nostro Paese sta regredendo con un passo piuttosto spedito.
Комментарии