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''Il gusto della vita è proporzionale all'impegno con l'ideale'' un immenso Enzo Piccinini

Articolo di Leonardo Frascaria

Il fatto cristiano ridotto a regole morali. Questo è il dilemma di oggi. Che Dio si sia incarnato ha bisogno di una verifica: si deve vedere. Una presenza che determina il rapporto con tutta la vita. La sfida della Chiesa. Una testimonianza di Enzo.



Ieri, domenica 26 maggio 2019, correva il XX Anniversario del Dies Natalis di Enzo Piccinini, noto chirurgo emiliano e dirigente del movimento di Comunione e Liberazione. Nel Duomo di Modena è stata celebrata una Messa in sua memoria dall’arcivescovo della città, Mons. Erio Castellucci, dal vescovo di Reggio Emilia, Mons. Massimo Camisasca, e dal presidente della Fraternità di Cl, don Julian Carrón. Lo stesso Castellucci ha affermato che «È l’inizio di un cammino che proseguirà», si potrà quindi avviare un processo di beatificazione e canonizzazione. Ma chi era Enzo? Cosa aveva di così speciale che permetteva a chiunque lo incontrasse di sentirsi investito da una presenza eccezionale? E’ bene partire dando qualche dritta biografica. Enzo nasce a Scandiano (RE) il 5 giugno 1951. Nel 1971 si iscrive alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Modena e partecipa al movimento di Comunione e Liberazione, che muove in quegli anni i primi passi nelle università italiane. Nel 1973 si sposa e in questo stesso periodo consolida un rapporto più personale con don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione. Successivamente consegue la laurea in Medicina e Chirurgia e inizia la specializzazione prima in Chirurgia Generale e poi in Chirurgia Vascolare. In ambito professionale l’obiettivo di Enzo oltre a quello di curare i pazienti dal punto di vista fisico, c'è anche quello di dedicare la propria attenzione all'umano come testimoniano colleghi e pazienti. Il 26 maggio 1999 muore improvvisamente in un incidente stradale sull'A1, in prossimità di Fidenza. Al funerale, celebrato dal Card. Giacomo Biffi in S. Petronio a Bologna, hanno partecipato oltre 7000 persone. Se a noi giovani spesso risulta difficile credere alla presenza di Cristo nella nostra vita, per i giovani che hanno seguito Enzo invece, lui ne era una prova vivente; Cristo li raggiungeva attraverso il suo volto. Fin dai primi passi in CL ha avuto sempre a cuore l’educazione dei giovani e con i ragazzi aveva un rapporto totalizzante che partiva da ogni loro piccolissimo interesse per arrivare al loro desiderio di felicità. Pier Paolo Bellini, che ha affiancato Enzo per quindici anni alla guida degli universitari di Cl di Bologna, lo descrive come ‘’…un continuo spettacolo di esagerazione…’’ nel modo di vivere le sue più grandi passioni che erano il calcio, la montagna e la sala operatoria, in cui non poteva vivere senza dare un senso a tutto, persino al dolore. Con Don Luigi Giussani aveva stretto una forte legame di amicizia tanto che alla notizia della sua morte quest'ultimo scriverà: «Enzo fu un uomo che, dall’intuizione avuta in dialogo con me trenta anni fa, disse il suo “sì” a Cristo con una stupefacente dedizione, intelligente e integrale come prospettiva, e rese la sua vita tutta tesa a Cristo e alla sua Chiesa. La cosa più impressionante per me è che la sua adesione a Cristo fu così totalizzante che non c’era più giorno che non cercasse in ogni modo la gloria umana di Cristo». Enzo era un uomo rigenerato dall’incontro con Cristo, sapeva trasmettere quella presenza a chiunque, era capace di vivere il cristianesimo in ogni aspetto della sua vita. Noi Aficionados continueremo a pregare per lui.

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