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Elezioni Europee 2024 | Comunicato degli Aficionados

Tra meno di un mese saremo chiamati ad eleggere i rappresentanti del Parlamento Europeo. Alla luce dell’esperienza che viviamo, non possiamo sottrarci dal dare un giudizio in proposito, e nel tentativo di suggerire un’indicazione di voto, non possiamo non guardare alla tradizione della Chiesa. Per questa ragione, anche la circostanza delle elezioni chiede serietà e lealtà



L’Europa, così come la conosciamo oggi, è distante dal sogno europeo dei padri fondatori. Siamo davanti ad un grande apparato che, in primis, ha rinnegato la propria storia, sostituendola con un tecnicismo burocratico politico che ad oggi risulta essere incapace di affrontare le grandi sfide internazionali. Fra queste, come più volte ribadito dal Santo Padre, è sempre più incalzante l’urgenza di una soluzione pacifica al conflitto russo-ucraino, proprio alle porte dell’ Europa. Occorre trovare il coraggio di dialogare e negoziare accordi per far sì che i due stati continuino, con la loro storia e cultura, ad essere un valore aggiunto per la nostra Europa. Del resto, la guerra è la negazione massima del bene, e ne erano ben coscienti i nostri padri fondatori all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. La nostra attuale classe politica, invece, sembra essere annichilita dall’ideologia, ne consegue una incapacità nell’affrontare i grandi temi con il realismo che meritano. Ciò ha generato col tempo una grande distanza tra i cittadini e coloro che sono chiamati a prendere le decisioni. In tal senso, vi è un grande sgomento nel popolo europeo, di fronte all’invio ininterrotto di armi in Ucraina, o al compiersi di atti che minano fortemente il dialogo e la pace, con grande rischio di un peggioramento del conflitto.


Tale distanza viene a galla anche in altri contesti. Ne è un esempio il tema legato Green Deal europeo. L’UE, con le proprie direttive, sta andando nella direzione di un affossamento della libertà d’impresa e della volontà dei cittadini di investire. L’ultima legislatura europea si è duramente scontrata con la più grande mobilitazione di massa di agricoltori degli ultimi vent’anni. Per un futuro realmente sostenibile, è oltremodo necessario dare pieno ascolto a quanti hanno a che fare quotidianamente con la terra e con la cura del nostro ambiente.


Sul piano etico, siamo di fronte a un altro grande orrore prodotto dell’Ue. Qualche settimana fa, infatti, il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione per inserire l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE. Quanto accaduto rappresenta un terribile capolinea culturale. L’Europa, già segnata da una forte denatalità, si sta aprendo pericolosamente all’ideologia abortista, sinonimo di omicidio legalizzato, in deciso contrasto con quella cultura della vita agognata da Adenauer, Schuman e De Gasperi. Precisano i Vescovi UE (Comece): «L’Unione Europea non può imporre ad altri, dentro e fuori i suoi confini, posizioni ideologiche sulla persona umana, sulla sessualità e sul genere, sul matrimonio e sulla famiglia», o ancora: «l’aborto non può essere visto come un diritto. Il diritto fondamentale è diritto alla vita». La sopracitata risoluzione è stata approvata con 336 voti, da europarlamentari di centro-sinistra, ma tra i voti favorevoli spuntano anche nomi di europarlamentari di centro-destra. A tutti questi eurodeputati non potrà essere accreditato alcun tipo di sostegno ad eventuali ricandidature.


Quale deve essere l’atteggiamento di fronte a questo scenario? 


Innanzitutto è necessario non rassegnarsi a questo modello di Europa, lavorando per costruire una seria alternativa. L’Unione Europea così come la conosciamo oggi non ci appartiene, ed è all’apice della sua versione leviatanica. Chiediamo un’Europa popolare che ponga come principio inamovibile, la millenaria identità cristiana, a partire dal lascito di San Benedetto da Norcia, tornando ad essere davvero il centro mondiale della civiltà. Chiediamo un’Europa popolare che riduca la distanza tra i cittadini e le istituzioni, con queste ultime chiamate ad intercettare i reali bisogni dei primi. Riaffermiamo il desiderio di un’Europa strutturata come una confederazione di stati liberi e sovrani, ma che sappiano dialogare sulle grandi politiche comuni. Auspichiamo un Europa realmente orientata alla pace, che fermi la tragedia della guerra, e non ricorra all’invio di armi o a inutili sanzioni. Chiediamo un’Europa che guardi al bene di tutti, che si concretizza «nell’insieme di quelle condizioni della vita sociale con le quali gli uomini, le famiglie e le associazioni possano raggiungere più pienamente e più rapidamente la loro perfezione», sia sul piano umano sia su quello strumentale.


In quest’ottica, escludiamo di indirizzare il nostro voto verso i candidati della coalizione di centro-sinistra (al cui interno vanno annoverate comunque anche le liste di Azione, M5S e Stati Uniti d'Europa), storicamente portatori di una visione diametralmente opposta alla nostra. Riguardo la coalizione di centro-destra, che ha sempre accolto con favore alcune battaglie a noi care, la sensazione diffusa è che anche tale compagine ultimamente stia abdicando a quel ruolo di alternativa politico-culturale affermando di percorrere la strada di una sbandierata e presunta realpolitik, abbandonandosi invece a un complesso di inferiorità culturale del pensiero unico, oggi dominante. Nostra premura è invitare tutti i candidati ad assumere posizioni più nette sui temi sopra riportati; Noi orienteremo il nostro voto verso quei candidati che pubblicamente aderiscono alle posizioni e ai principi che abbiamo più a cuore.


Associazione Studentesca Aficionados

San Nicandro Garganico, 09/05/2024




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