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''Andrà tutto bene''...e se così non fosse?

Articolo di Maria Chiara Grana

"Dimmelo sempre che ci sei/ Comunque la tua vita speri".


In questi giorni duri e difficili, di solitudine, di prigionia forzata sembrano sorgere barlumi di "speranza" dalla gente che pubblica sui social e in ogni dove frasi motivazionali, come lo slogan che sta accompagnando questa quarantena “Andrà tutto bene.” Sono parole queste che sembrano allietare e dare conforto in questo tempo di prova, ma ahimè non si può dire che siano totalmente giustificate. Se siamo leali con il nostro cuore e pensiamo alle circostanze che ci circondano: ai morti, ai contagiati, agli operatori sanitari sfiniti e sempre in pericolo, al virus che potrebbe mutare e diventare ogni giorno più mortale… ci sarebbe da chiedersi piuttosto se mai potremo uscirne vivi o, nella migliore delle ipotesi, in fin di vita e con le cicatrici che segnerebbero a lungo questo Paese.


Allora ecco, che alla fragilità dell’uomo viene tesa una mano, viene sussurrata una risposta che in questi giorni più che mai si sta dimenticando e si sta mettendo da parte per far posto ai nostri pensieri, alle nostre convinzioni, alla nostra volontà di farcela da soli. No, non ce la si fa da soli. Questo è il tempo in cui bisogna eliminare ogni speranza nell'uomo, nelle sue possibilità e affidarsi nelle mani di chi, davvero in ogni circostanza, può farci felici semplicemente standoci accanto e camminando insieme a noi: Dio.


In questi giorni di prova, di angoscia e di dolore niente di tutto questo viene cancellato e censurato al cristiano che si affida a Lui, ma tutto viene salvato e tutto viene Redento perché la morte non ha l’ultima parola, la sofferenza non è l’ultimo giudizio, la solitudine non è l’ultima compagna. Cristo ha salvato ogni cosa e ogni cosa vissuta in Lui ha un senso e un bene ultimo per noi, anche se non corrisponde esattamente ai nostri piani di felicità, che magari immaginiamo come la fine della quarantena e il ritorno alla normalità. C’è qualcuno che ne sa leggermente più di noi in materia di felicità quindi affidiamoci con la semplicità e il candore dei figli che si affidano al padre perché certi del bene che ha verso di loro.


Tra i tanti post che circolano sui social, tutti uguali e falsi perché fondati su una certezza sul futuro che in realtà è inesistente, mi sono imbattuta in una frase che invece ha ridestato il mio animo, una frase di un uomo che ho scoperto essere solo dopo un uomo di fede: Clemente Rebora. La frase in questione è “Dimmelo sempre che ci sei, /Comunque la tua vita speri” con questo spirito di domanda, di desiderio di felicità vera chiediamo di riconoscere presente chi ci fa veramente sperare in un bene futuro.



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